INSURANCE DAILY: L’edilizia si confronta con le assicurazioni

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All’appuntamento tecnico-culturale organizzato dal gruppo Lercari, si è discusso di un settore protagonista di grandi innovazioni e vocato all’internazionalizzazione, cui il comparto dei rischi deve essere pronto a dare il giusto supporto.

I rapporti tra settore assicurativo e comparto edilizio sono al centro di un profondo ripensamento, a causa delle evoluzioni tecnologiche ma anche di un cambiamento di prospettive delle aziende, sempre più aperte alla competizione globale, che hanno dovuto affrontare,  più che in altri mondi, gli effetti della lunga crisi finanziaria ed economica degli ultimi anni.
Questi gli spunti da cui ha preso il via il tradizionale appuntamento tecnico-culturale di primavera del gruppo Lercari, e del quale Insurance Connect è stato media partner. Il workshop, tenutosi lo scorso giovedì presso il LaGare Hotel Milano Centrale e moderato da Sergio Stolfa, manager del gruppo, ha fatto il punto su un comparto che è stato un volano della crescita dell’economia  azionale.


Nell’intervento introduttivo, Fabrizio Rindi, manager di lungo corso fra assicurazioni e finanza, e tra i numerosi incarichi anche vice presidente del gruppo Lercari, ha evidenziato come, per  superare la crisi, le imprese edili italiane abbiano puntato alla crescita di fatturato oltreconfine. Le attività italiane sono oggi presenti in più di 90 Paesi con circa 700 cantieri,  per un valore totale di oltre 100 miliardi di euro,  un portafoglio lavori in costante crescita ma con il problema di non sentirsi sempre supportate dal comparto assicurativo.

Verso un approccio complessivo

Il workshop ha affrontato proprio questi temi attraverso due tavole rotonde. Nel tavolo tecnico di confronto e dibattito,  introdotto da Ugo Pino, responsabile  divisione sinistri tecnologici di Lercari, sono intervenuti Gianluigi Ardolino, head of  commercial insurance, property & engineering lines di Zurich in Italia; Domenico D’Alfio, responsabile cyber & professional indemnity di Agcs Italia; Paolo Dalmagioni, direttore costruzioni di Sace Bt; Ruggero Rivolta, chief underwriting officer di Axa Corporate Solutions in Italia; e Ulrich Werwigk, vice president p&c business management di Swiss Re Europe.
I relatori si sono confrontati con Silvestro Ferrara, director insurance department di Salini Impregilo, grande gruppo industriale italiano capace di confrontarsi alla pari con i maggiori competitor internazionali, attivo in più di 50 Paesi con 35 mila dipendenti e ricavi pari a 6,5 miliardi di euro.

Ferrara ha evidenziato come il mercato assicurativo, a fronte dell’esigenza da parte dei cliente di far fronte ai rischi connessi alla realizzazione di grandi e complesse infrastrutture all’estero,  fornisce soluzioni non sempre adeguate. Il mercato assicurativo, ha detto, ha guardato al cliente general contractor da diverse angolazioni (Rc generale, Rc professionale, Construction all risks, Erection all risks, Advanced loss of profit, Bonding), sulla base di un modello in parte ancora attuale ma che dovrà evolvere verso un approccio complessivo al cliente, non segmentato sulla base dei tradizionali rami assicurativi, prevedendo in un unico contratto aspetti di rischio interdipendenti. L’impresa di costruzioni contemporanea deve confrontarsi con le sfide della globalizzazione e i nuovi investimenti richiesti.

Nuovi rischi e sistemi d’offerta

I top manager assicurativi che hanno animato la seconda parte del workshop, condotta da Gian Luigi Lercari, ad del gruppo, hanno contribuito con le loro  testimonianze, ad evidenziare come già da tempo si stiano organizzando ed evolvendo per colmare quel gap fra domanda e offerta che superi i modelli tradizionali. Del resto, una realtà come Salini Impregilo, ha chiosato Ferrara, si attende dal mercato assicurativo un approccio ai nuovi rischi, determinati dallo sviluppo della tecnologia, che vada ben oltre il concetto di ingegneria classica.
Proprio i nuovi rischi sono stati lo spunto per Nicola Mancino, country manager di Agcs Italia per ricordare i risultati dell’Allianz Risk Barometer, che la compagnia conduce da alcuni anni sulla percezione del rischio da parte del mondo aziendale: interruzione di attività e rischi informatici sono in effetti le principali preoccupazioni per le aziende. Sottovalutato per molto tempo, il rischio informatico è un’inquietudine crescente: nei prossimi anni, gli attacchi cyber e le norme più severe in materia di protezione dei dati, disegneranno chiaramente i contorni della nuova minaccia.

Orazio Rossi, country president Italia di Chubb,  dopo aver sottolineato che è proprio nel settore delle costruzioni che le assicurazioni hanno dimostrato di essere un fattore abilitante per il progresso, si è trovato d’accordo con Ferrara circa i limiti dell’attuale sistema di offerta, la cui frammentarietà e complessità gestionale non è più sostenibile.
Perché la risposta dell’industria possa seguire le attese dei clienti, è necessario che si passi da una logica transattiva, caso per caso, linea per linea, gestita da interlocutori diversi nelle diverse parti del mondo,  a una logica relazionale unica o almeno coordinata, basata su un’intima conoscenza dell’azienda, delle logiche e degli obiettivi di trasferimento dei rischi.

Un’opportunità per innovare

Una riflessione sul mercato statunitense è venuta invece da Marco dalle Vacche, managing director per il sud Europa di Aig Europe, che ha evidenziato come quella piazza sia sempre più attrattiva, con un trilione di dollari di investimenti previsti in 10 anni. Con riferimento alle nuove tecnologie (wearable, scanner 3D), Aig le utilizza a supporto dei propri clienti construction per ridurre la frequenza sinistri e gli incidenti sul lavoro, una piaga che solo negli Usa pesa per 250 miliardi di danni da workers compensation, di cui il 5% arriva da industrie a rischio come il settore delle costruzioni.


Infine, Francesco Semprini, managing director di Hdi Global in Italia, ha evidenziato come il mondo assicurativo si trovi nella condizione di  dover inseguire i cambiamenti. Eppure, l’esempio di quanto successo sul mercato tedesco agli inizi dello scorso secolo consente di essere ottimisti: l’industria di allora, non trovando sul mercato le necessarie capacità assicurative, contribuì alla  creazione di assicuratori in grado di prestare le  opportune coperture a tali rischi.
Il settore assicurativo, a conti fatti, pur inseguendo le innovazione negli altri campi, è alla fine sempre stata in grado di fornire adeguato supporto. Il comparto delle infrastrutture sta progredendo e innovando con grande rapidità: gli assicuratori hanno oggi la concreta opportunità,  se disponibili ad affiancare le grandi imprese, di innovare i termini e le condizioni dei propri prodotti.

F.A.

Fonte: Insurance Daily

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