INSURANCE DAILY: Assicurazioni e Pa, un rapporto carico di criticità

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La copertura dei rischi degli enti pubblici è stato il tema di un convegno che il gruppo Lercari ha organizzato a Milano. È emerso il ruolo strategico delle compagnie per ridurre i costi e rendere più efficiente la gestione dei sinistri

Un vero e proprio assalto agli enti pubblici. I cittadini sembrano mettere sotto scacco le amministrazioni pubbliche, pur di riuscire ad avere un risarcimento, anche per le ragioni più futili. Così un comunissimo inciampo per strada può innescare un ricorso contro l’ente gestore. Si tratta di un tema che coinvolge direttamente le compagnie di assicurazioni. Un convegno organizzato il 21 febbraio dal gruppo Lercari e Lexjus Sinacta, in collaborazione con Paragon Advisory, ha focalizzato l’attenzione sulla copertura assicurativa dei rischi degli enti pubblici. Insurance Connect è stato media partner dell’evento. L’incontro, moderato da Sergio Stolfa è stato introdotto dall’amministratore delegato Gian Luigi Lercari, che ha sottolineato l’importanza strategica dell’incontro: “se la gestione dei sinistri di un ente pubblico ha premi ed esborsi più bassi, si ha un risparmio per tutti i cittadini”.

Il gruppo Lercari sta rafforzando il business della gestione dei sinistri in outsourcing. “Per il nostro gruppo – ha detto l’ad – il fatturato generato dalla gestione di questi sinistri ha raggiunto quello prodotto dalle perizie”.

LA RESPONSABILITÀ DI FUNZIONARI ED ENTI PUBBLICI

I ricorsi contro gli enti pubblici presentano una casistica abbastanza variegata. Inoltre, la distinzione tra la giurisdizione del giudice ordinario, del giudice amministrativo e della Corte dei Conti non è sempre chiara. “All’origine dei ricorsi ci sono l’adozione di provvedimenti che si rivelano illegittimi, la solidarietà passiva della Pa e/o del funzionario dipendente, la possibilità di rivalsa della Pa nei confronti del dipendente”, ha sottolineato Claudio Perrella, partner dello studio legale Lexjus Sinacta. “Perché ci sia una responsabilità – ha continuato l’avvocato – non occorre che la colpa della Pa sia grave. Al contrario serve una colpa grave perché sia responsabile un dipendente o funzionario”.

Questo vuol dire che è più facile vincere un ricorso contro la Pubblica amministrazione, perché non si ha l’onere di dimostrare la gravità della colpa. Sarà successivamente l’ente pubblico a rivalersi sul dipendente. “L’assicurazione del dipendente pubblico copre la responsabilità civile, ma può esimersi dal pagamento solo in caso di dolo. Per questo – ha sottolineato Perrella – si può arrivare al paradosso che la Corte dei Conti si fermi nel provare l’estrema gravità del comportamento di un dipendente per non rischiare di dimostrare il dolo”. Il ruolo delle assicurazioni diventa così sempre più importante. “Fino a pochi anni fa, nelle azioni di rivalsa nei confronti del dipendente, il tasso di recupero era attorno al 10%. Ora la presenza delle assicurazioni ha aumentato questa percentuale.

ANCORA DUBBI SULLE CLAUSOLE CLAIMS MADE

Un’ampia e dettagliata riflessione sulle clausole claims made è stata presentata da Vincenza Viele, deputy claims manager di XL Catlin. In particolare, il focus è stato sulla recente ordinanza n. 1465 del 19 gennaio scorso. Si tratta di una nuova rimessione alle Sezioni Unite che mette in dubbio la legittimità delle claims made, nella parte in cui esclude il diritto dell’assicurato all’indennizzo quando la richiesta di risarcimento gli pervenga dal terzo dopo la scadenza del contratto. Alla luce delle posizioni contrastanti della magistratura, il problema messo in luce da Viele è se si vogliano impedire queste clausole oppure non debbano prevedere un periodo di postuma. “Le parti dimostrano di prediligere questa tipologia di contratto, se la magistratura non lo accetta significa che non guarda alla realtà” ha detto Viele, che ha sottolineato una forte distanza tra la magistratura, che interpreta, e gli operatori che lavorano nel mercato.

GESTIONE DEL RISCHIO, L’ESPERIENZA DI ATM E UNIPOLSAI

Sergio Mento, direttore generale Gesam (Gestione dei sinistri assicurativi multirischi, società totalmente partecipata dall’azienda dei trasporti municipali di Milano) ha messo in evidenza come una azienda di trasporto pubblico gestisca i rischi. “Abbiamo 1.800 autobus che circolano giornalmente”. Oltre alla Rca, ci serve una Rc generale che copra il rischio reale in impianti, depositi, stazioni e la circolazione di tram e treni, che non sono soggetti all’obbligo di copertura” ha sottolineato Mento. “Adottiamo un risk management attivo: prevenzione ed eliminazione dei rischi, per trasferire all’assicuratore il rischio reale. Questo – ha sottolineato – ci consente di abbattere le polizze. In ogni caso, le coperture scelte lasciano in capo ad Atm rischi per diversi milioni di euro”. Daniela Marucci, della direzione tecnica danni e sinistri, responsabile linea corporate di UnipolSai, ha focalizzato l’attenzione sul rapporto tra il risk manager e dell’assicuratore per garantire la continuità aziendale nel caso di accadimento di un sinistro. “Gestire il rischio significa fare in modo che gli eventi provochino il minor impatto sull’azienda, adottando misure di contenimento. È fondamentale per un’azienda valutare l’impatto di possibili sinistri sul proprio caso specifico, su cui si deve mettere in piedi una strategia di mitigazione del rischio”, ha detto Marucci. Tra i rischi emergenti, Marucci ha messo in evidenza la tenuta dei dati informatici.

IL CAMBIAMENTO CULTURALE PESA SUI CONTI PUBBLICI

“Non vogliamo più affrontare un rischio. Pensiamo di vivere in una bolla, in cui qualunque incidente ci capiti debba avere un responsabile esterno”, ha detto Massimiliano Gianelli, claims manager di Qbe. “È un dato culturale, che considero di una gravità estrema, che sta impattando anche sulle imprese di assicurazioni. Le amministrazioni pubbliche per questo stanno pagando un conto salato e pagheremo sempre più”. Per questo, ha osservato Gianelli, le compagnie possono aiutare l’ente pubblico “contro le debordanti richieste di risarcimento”. Se si vuole invertire la tendenza che vede i Comuni utilizzare le assicurazioni, perché costa meno assicurarsi che fare manutenzione, bisogna creare una cooperazione tra enti pubblici, compagnie e provider.

UN PRIMO BILANCIO DEL CODICE DI GIUSTIZIA CONTABILE

Il convegno è stato concluso da una importante analisi sul nuovo codice di giustizia contabile. Il tema è stato introdotto da Anna Masutti, partner dello studio legale Lexjus Sinacta, che ha fornito una puntuale sintesi delle principali novità del codice, soffermandosi sulla definizione di danno erariale. I dettagli giuridici sull’attuazione del codice sono stati invece forniti da Alberto Rigoni, consigliere della sezione giurisdizionale di Bologna della Corte dei Conti, che ha messo in evidenza le specificità del processo innanzi a questo organo dello Stato.

Alessandro Giuseppe Porcari

Fonte: Insurance Daily

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